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Cosa significa esistere?

Ciao internauta, come stai oggi? spero molto bene!

Se sei pronto inizierò a filosofare da una frase (estrapolata da una messaggio che poi riporto per intero alla fine dell'articolo) che mi ha colpito moltissimo e che cito.

"Il successo tende a forzarti la mano, a far crescere dentro te la sensazione che tu esista nel mondo in cui ti vede la gente. Ma è sbagliato, perché se credi a queste cose, allora devi accettarne anche le conseguenze: che tu esisti solo se c’è qualcuno che ti vede. E quando non ti vede nessuno?" Vasco Rossi

lI grande Vasco ha scritto qualcosa che mi ha fatto venire... la pelle d'oca!

E non parlo di una sua canzone, ma bensì di un suo pensiero, condiviso quasi dal nulla, sulla sua pagina Facebook...



Nato a Zocca il 7 febbraio 1952, Vasco è una delle rock star italiane di spicco con oltre 40 milioni di dischi venduti dal 1977, anno di inizio della sua carriera. (continua)


La Verità; Disco Rock uscito nel 2018


... L'era del web ha cambiato radicalmente il modo in cui ci interfacciamo con il mondo; questa rete online che costituisce la nostra "carta d'identità sociale pubblica" risponde ad una esigenza molto specifica: Prova la nostra esistenza.

L'impronta digitale che lasciamo, è per noi stessi, prima che per gli altri.


Ma allora Viviamo o Esistiamo?

Ritengo che facciamo entrambe le cose, in modi e mondi differenti.

Mentre viviamo nel mondo off-line, esistiamo in quello on-line.

Guardiamo il comportamento delle grandi aziende e impariamo. Non abbiamo idea degli investimenti fatti per testare prima ancora dei loro prodotti, l'efficacia con cui essi raggiungono il loro target. Ebbene, ogni piattaforma social oggi è composta da utenti e aziende/prodotti che vengono pubblicizzati e sappiamo bene che lo fanno per invogliare all'acquisto, nel mondo off-line, ma ritengo (e questo è un aspetto da non sottovalutare) che lo facciano anche per determinare il loro posizionamento, cioè la 'forza' ancorandosi in quello on-line.


  • I risvolti di questa situazione possono essere tutt'altro che prevedibili, come dimostrano i fatti. Dai giovani, i protagonisti dell'era tecnologica, sono stai compiuti gesti 'forti' male interpretati, incompresi e tradotti come una ricerca di attenzione, nulla di strano dopo tutto. 'Millennials' e 'Generazione Z' hanno intrapreso questo percorso di ristrutturazione sociale per primi.


Quando pensiamo a noi stessi, è come se ci vedessimo attraverso 2 cineprese differenti, contemporaneamente.

1 - ciò che pensiamo di noi, i nostri pregi e difetti

2 - quello che gli altri dicono di noi attraverso gli occhi


Vasco Rossi ha esteriorizzato un concetto affascinante, che rende più chiaro il fenomeno della esistenza dal 2° punto di vista (che abbiamo appena descritto).

Ebbene, nel suo "sfogo" dichiara apertamente che a volte per sentirsi normale, e giudicato quindi come una persona qualsiasi viaggia all'estero sperando che la sua fama non lo preceda, per potersi mescolare fra la gente.


Riporto ora l'intero post pubblicato da Vasco il 2 marzo, alle 03:24 del mattino.


<<"E’ cosi. Rimango un emarginato, lo ripeto sempre. Emarginato di lusso, ma sempre emarginato. All'inizio essere famosi era molto divertente, perché la vivevo come una conferma che esistevo. I primi successi mi diedero l’illusione di aver risolto tutti i problemi." Poi sono arrivati i prezzi da pagare. Ma come potrei lamentarmi? Sarei un pazzo, anche perché la popolarità è la conferma del valore delle cose che hai fatto. Mi spiace solo non poter camminare per strada, entrare nei negozi, entrare in un locale tranquillamente. Tutti mi conoscono ma io non conosco nessuno, perché ogni rapporto è comunque falsato, capisci? Mi pesa. Mi pesa da morire. Ogni tanto parto e vado all'estero, dove non mi conosce nessuno. E li mi mescolo alla gente e sto bene. Mi chiedo come possano sentirsi Bono, Dylan o Mick Jagger. Io ho bisogno della gente, il palco da solo non basta, il rock forse ti salva la vita all'inizio ma non per sempre, perché quando si spengono le luci, il concerto finisce, il disco esce e la gente smette di acclamarti, tu torni a essere quello che sei. Il successo tende a forzarti la mano, a far crescere dentro te la sensazione che tu esista nel mondo in cui ti vede la gente. Ma è sbagliato, perché se credi a queste cose, allora devi accettarne anche le conseguenze: che tu esisti solo se c’è qualcuno che ti vede. E quando non ti vede nessuno? Ti ammazzi? Per fortuna, questi ragionamenti, queste aberrazioni – vogliamo chiamarle cosi? – non influenzano la composizione. Quando scrivo, ho una sola certezza: quello che hai fatto prima non conta nulla, perché nel rock non esiste la riconoscenza. Non esistono meriti pregressi che ti facciano star comodo. Se tu smetti di fare grande musica, non è che la gente continua a seguirti solo perché una volta la facevi !!>> V.K.

E tu avresti mai pensato che il Successo portasse con se delle difficoltà esistenziali di questo tipo?

Al prossimo articolo.



Manuel Amico 
Scrittore e Musicista per passione.

Descrive il mondo in modi nuovi e alternativi, alla ricerca consapevole della vita e di tutto ciò che ne fa parte.  

<<"L'ispirazione alla verità si può nascondere dietro l'angolo: Vale sempre la pena percorrere un metro in più di quanto sia già stato fatto prima, da te o da chiunque altro.">>   

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